Retromania reloaded

Retromania reloaded

Su «The Catcher» ho messo un po’ in ordine i ragionamenti fatti sul nostro desiderio per il passato, la nostalgia e il risentimento.

Il mese scorso ho aiutato la mia ragazza a traslocare. Ormai viviamo insieme da tempo, per cui non c’era più motivo che lei continuasse a pagare l’affitto per un appartamento in cui rientrava di rado. Prima di lasciarlo, però, dovevamo svuotarlo di tutte le sue cose. Cosa fare con i libri? Alcuni li avrebbe portati da me, certo, ma non tutti. Non solo lo spazio è quello che è, ma molti titoli ce li avevo già, e una libreria non è un’arca di Noè in cui c’è bisogno di due copie di ogni libro. Di molti, tra doppi o semplicemente inutili, se ne sarebbe sbarazzata vendendoli.

È verità universalmente nota, al punto di essere ormai un luogo comune, che i grandi traumi della vita sono tre: lutto, divorzio e trasloco.

Essendoci passato più o meno tre anni fa, attraverso il trauma del trasloco intendo, sapevo cosa avrebbe scoperto, di lì a poco, la mia ragazza: poche cose si svalutano più velocemente di un libroDovevo starle vicino.

Questi due traslochi a distanza di qualche anno, i libri che sarebbero rimasti negli scatoloni per mesi, il piccolo shock di liberarsi di una gran quantità di volumi (vendendoli o regalandoli o donandoli a una biblioteca), la svalutazione degli stessi, mi ha fatto mettere a fuoco una sensazione che da qualche tempo si era fatta strada in me: l’impressione che stia cambiando qualcosa nel nostro rapporto con i libri, almeno nel mio. A cominciare dal loro possesso.

Quello che nel corso degli anni mi aveva spinto a accumulare tutti quei libri, a — per usare un’espressione un po’ pomposa — “mettere insieme una biblioteca”, era il vecchio principio del “un giorno ti sarà utile”. Quando in una biblioteca iniziano a entrare libri che non si sono letti, quando cioè smette di essere un semplice deposito delle letture fatte, il criterio per accettare un nuovo membro della collezione è che, anche se non penso di leggerlo subito, un giorno forse vorrò farlo, o mi servirà farlo per approfondire un certo tema, trovare una citazione, un riferimento, un’idea, e allora intanto è meglio metterlo da parte.

Una biblioteca è come la Borsa: un investimento sui titoli futuri. E in entrambi i casi si può scoprire di essere sul lastrico.

Continua su «The Catcher».

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