David Quammen, Senza respiro

«La natura umana è cambiata nel dicembre del 1910», scrisse una volta Virginia Woolf. Era un modo iperbolico, nella sua puntigliosa precisione, per indicare una trasformazione generale. Una mutazione. Stava cambiando il mondo, la sensibilità, l’arte, la cultura, la scienza di inizio Novecento.Quando invece è cambiato il nostro mondo? Quando è finito quello vecchio, quando […]

Alla ricerca dell’essenza del Giappone tra i capelli di una geisha

Il barone Kuki Shūzō fu un filosofo, poeta, erudito, dandy che girò l’Europa tra le due Guerre e conobbe tutti i grandi filosofi e scrittori dell’epoca, da Sartre a Heidegger, lasciando su di loro un’impronta indelebile. Dedicò un affascinante piccolo libro alla definizione dell’iki, quel misto di seduzione e rinuncia che definisce, a suo dire, l’essenza […]

Un dialogo con David Quammen

I visitatori del Padiglione Italia (Storia della Notte e Destino delle Comete @notteecomete con artista unico Gian Maria Tosatti e curato da Eugenio Viola) potranno fruire, a mo’ di carta di sala, di un approfondimento editoriale multimediale, tra cui un mio dialogo con David Quammen su pandemia, immaginazione, Antropocene, reti, connessioni, visibilità. Durante i primi mesi del […]

La valle oscura

Come pensa la Silicon Valley? Il mondo che stiamo vivendo, la forma che da più di trent’anni ha assunto quell’iperoggetto che è il tecno-capitalismo, è qualcosa di così radicalmente inumano da essere impenetrabile alla letteratura, per non dire a una cosa così novecentesca e démodé come la critica letteraria? Su «Domani» in edicola scrivo di […]

Leggere Sebald al tempo di internet

Com’è possibile che un autore come Sebald, così legato al Novecento e alle sue tragedie, così tradizionalista a livello personale (non possedeva né un fax né una segreteria telefonica, ed era l’unico membro della facoltà dell’Università dell’East Anglia a non avere un computer in ufficio), sia, più di ogni altro scrittore contemporaneo, l’autore da leggere per capire lo stato di confusione perenne in cui siamo immersi?

Su Esquire Italia c’è un pezzo (link nel primo commento) a cui tengo molto, non solo perché mi sono tanto divertito a scriverlo: leggere Sebald al tempo di internet. Parla del buon vecchio WGS per parlare di corsi preparo e to-do list, foto dei figli sui social e algoritmi, ma soprattutto parla della mia grande ossessione di non ricordare più nulla, mai nulla.

Dai batteri a Di Maio

Su «Rivista Studio» cartaceo, un essay sul rapporto tra libri e tempi oscuri, tra scienza, libri di scienza, la bellezza e l’intensità a cui danno accesso, e l’ottusa resistenza del quotidiano, soprattutto quando prende la forma della chiacchiera vuota, della nebbia populista. C’è, in questo contrasto, forse, una piccola forma di resistenza, di ginnastica mentale […]

Lo spirito di Bolaño

Negli anni più ansiosi della mia giovinezza, se la notte a letto non riuscivo a addormentarmi per pensieri agitati – interrogazioni, esami, amori infelici, il generico informe domani – svuotavo la testa elencando mentalmente la bibliografia di Philip Dick, i personaggi di Dune, la genealogia di influenze che univa Samuel Delany ai cyberpunk, finché la meccanica […]

La vita segreta

«C’è un altro mondo, ma è in questo»: basta l’esergo di Paul Éluard all’inizio della Vita segreta per capire che quello di Andrew O’Hagan è un libro decisivo per raccontare l’identità, il segreto, il potere di quest’epoca attraverso il prisma di internet e del web.Dal punto di vista letterario, poi, la narrative non-fiction di O’Hagan […]