La scienza ci darà il nuovo sublime

La scienza ci darà il nuovo sublime

Pare che Samuel Taylor Coleridge, il grande poeta del romanticismo inglese, avesse l’abitudine di seguire le lezioni di chimica della Royal Institution. Quando qualcuno gli domandò perché si sottoponesse a quel tormento, Coleridge rispose: «Per arricchire la mia riserva di metafore». Una volta, negli anni Settanta, Italo Calvino fu bacchettato da Margherita Hack perché, scrivendo di buchi neri, aveva sbagliato un qualche dettaglio scientifico, si era «fatto incantare dalle immagini». La risposta, un po’ incredula, di Calvino fu che per uno scrittore che, come lui, «va continuamente in caccia di immagini al limite del pensabile, questo è un duro colpo: come incontrare un cartello di “caccia vietata” in un bosco (la scienza) che per lui è una riserva di pregiata selvaggina».

Su «IL» del «Sole 24 Ore» scrivo di scienza, letteratura e di come, se glielo lasci fare, il nuovo sublime può cambiarti la vita: insomma, un po’ dei temi del libro che uscirà a febbraio. L’articolo si può leggere online qui.

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