Leggere Sebald al tempo di internet

Com’è possibile che un autore come Sebald, così legato al Novecento e alle sue tragedie, così tradizionalista a livello personale (non possedeva né un fax né una segreteria telefonica, ed era l’unico membro della facoltà dell’Università dell’East Anglia a non avere un computer in ufficio), sia, più di ogni altro scrittore contemporaneo, l’autore da leggere per capire lo stato di confusione perenne in cui siamo immersi?

Su Esquire Italia c’è un pezzo (link nel primo commento) a cui tengo molto, non solo perché mi sono tanto divertito a scriverlo: leggere Sebald al tempo di internet. Parla del buon vecchio WGS per parlare di corsi preparo e to-do list, foto dei figli sui social e algoritmi, ma soprattutto parla della mia grande ossessione di non ricordare più nulla, mai nulla.