Se vi dicono che non si fanno più bei libri, non credeteci. Ad esempio: in questi giorni il Saggiatore ne manda in libreria uno interessantissimo. Si intitola Album ed è un grosso tomo di quasi cinquecento pagine che raccoglie «inediti, lettere e altri scritti» di Roland Barthes. Può sembrare un’uscita magnificamente inattuale o una chicca per feticisti di Barthes. Ma per quanto, lo ammetto, io appartenga senz’altro a quest’ultima infelice genìa, non penso che Album abbia valore unicamente antiquario. Mi piace pensare che il giudizio non sia troppo offuscato dalla riconoscenza che devo a Barthes per tutte le volte che mi ha salvato la vita.