Diari di diari

Sarah Manguso ha tenuto un diario, come molti. Ma in pochi l’hanno fatto per venticinque anni accumulando ottocentomila parole su decine di quaderni. Poteva farne un format per Real Time (“Malattie imbarazzanti: Grafomania”), poteva – peggio ancora – pubblicarlo. Invece ci ha scritto sopra e ne ha ricavato un distillato purissimo, un libretto di una novantina di pagine, molte delle quali raccolgono una sola frase, un capoverso al massimo. 

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