Da dove viene l’odio online

Da dove viene l’odio online

Una mattina di inizio gennaio vado su Twitter e scopro che è morta la letteratura. Di nuovo. Il cadavere è ancora caldo: ad averla uccisa – questa volta – sono stati i “libri distillati”. Tre mesi dopo, è difficile che qualcuno se li ricordi ancora. Si tratta di versioni ridotte di romanzi famosi: così Venuto al mondo della Mazzantini o un giallo di Stieg Larsson, da grossi tomi che erano, si riducono a un terzo, un quarto della lunghezza originale. Qualcuno scrive:

Anoressia culturale. Un ridicolo prodotto della subcultura italiana

Questa è violenza pura, sacrificare il corpo di un libro!

Esempio della decadenza culturale del Paese. Dove la politica drammaticamente è tornata a essere demagogia

A me questi libri non sembrano una grande idea dal punto di vista commerciale (chi non ha voglia di leggere Wilbur Smith intero non lo farà solo perché c’è la mezza porzione, credo), ma non sono nemmeno una cosa che mi rende «così triste che non riesco neanche a scherzarci». Eppure, tweet dopo tweet, inizio anch’io a immaginarmi un imminente futuro post-apocalittico in cui orde di barbari si aggirano tra le rovine della civiltà occidentale incapaci di elaborare pensieri più articolati di un LOL mentre venerano il dio gattino. Ma da qualche parte lì in mezzo c’è chi ancora eroicamente resiste: in un’oasi verde e luminosa, una sparuta comunità di sopravvissuti tiene accesa la fiamma dell’umanesimo e legge la Mazzantini in versione integrale.

Continua su «IL» del «Sole 24 Ore».

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